ANNO NUOVO- RILANCIATE IMMEDIATAMENTE LE ATTIVITA’ POLITICHE
Sin dalle prime settimane di gennaio il deputato della CNI al parlamento di Lubiana, Felice Žiža, ha ripreso le consultazioni nei vari settori per rilanciare il lavoro già impostato nel 2023. Nell’anno appena iniziato resteranno in primo piano le scuole. »Desidero ringraziare la CAN Costiera, i consulenti pedagogici, i presidi degli istituti italiani e la prof.essa Nives Antonič Zudič dell’Università del Litorale, sempre inclusa nelle nostre consultazioni, per il prezioso sostegno che danno al mio lavoro in parlamento nel comparto istruzione. Ormai da un anno, quasi ogni mese, il guppo di lavoro si riunisce per esaminare la situazione delle scuole, che per la CNI sono di primaria importanza. Si cerca di approfondire ogni volta 3 o 4 temi d’attualità, procedere ad uno scambio d’informazioni completo per avere un quadro preciso delle necessità e delle difficoltà, raccogliendo ancora le comunicazioni dei ministeri competenti. Nell’ultima riunione abbiamo discusso in primo luogo del riconoscimento dei diplomi ottenuti dai docenti in Italia. Lo stesso problema interessa gli insegnanti della Comunità nazionale slovena in Italia, che hanno studiato in Slovenia. E pertanto si auspica iniziative comuni per giungere alle verifiche e al riconoscimento delle lauree. Si sono svolti vari incontri anche a livello governativo in occasione di colloqui tra i ministri dell’istruzione e dell’univesità di Italia e Slovenia, dove l’annoso problema delle equipollenze, come si diceva un tempo, è stato toccato. Abbiamo anche la collaborazione delle rappresentanze diplomatiche dei due stati. É stata creata una rete per la raccolta di dati sui problemi che i nostri insegnanti laureati all’estero incontrano quando rientrano in Patria. Nuovi colloqui tra i dicasteri sono in programma nelle prossime settimane. Urgerebbe arrivare ad un accordo tra Slovenia e Italia, del resto già indicato nel memorandum d’intesa del 1992« ha rilevato il dott. Žiža. Sempre restando in tema di scuole, il parlamentare ha posto in rilievo che nell’accordo di collaborazione con il governo, era stata citata l’equiparazione del numero di ore di sloveno e rispettivamente italiano, come lingue d’ambiente, nella fascia costiera. Dai documenti presentati a Lubiana emerge, invece, una disparità che discrimina le scuole italiane, ma penalizza anche l’insegnamento dell’italiano nelle scuole slovene. “Grazie alla CAN Costiera, che monitorizza l’attuazione di queste norme, abbiamo rilevato le irregolarità. Personalmente sono intervenuto presso il ministro, Darjo Felda e il suo Consiglio d’esperti, dove sarà riaperta la questione e chiesto il rispetto degli accordi raggiunti” ha rilevato ancora Žiža, aggiungendo che resta da includere l’italiano come materia obbligatoria almeno nella verifica del sapere per le none classi delle scuole slovene.
VISITA DEL CONSIGLIO DI STATO E REGIONALIZZAZIONE- PER LA CNI POSIZIONI IMMUTATE
Una delegazione del Consiglio di Stato, guidata dal presidente Marko Lotrič, ha fatto visita al capodistriano. Ha conferito con i dirigenti dei quattro comuni costieri sui problemi più scottanti in regione, come l’approvvigionamento idrico, i collegamenti stradali e la pianificazione territoriale. Lotrič ha descritto i colloqui con i rappresentanti dei comuni di Pirano, Isola, Capodistria e Ancarano come estremamente incoraggianti, perché esistono chiare visioni unitarie sui passi da intraprendere. Tra i temi toccati ancora la costituzione delle province, avviata ma non approvata nella passata legislatura. Il numero delle future amministrazioni regionali non viene ancora toccato, ma ci si concentra sulle competenze. Il primo cittadino di Capodistria, Aleš Bržan, ha ricordato che già negli anni scorsi la fascia costiera aveva chiesto per l’Istria una provincia a statuto speciale, vista la presenza della CNI e le numerose altre peculiarità. I massimi esponenti del Consiglio di stato non hanno incontrato la Comunità nazionale italiana. In merito alla regionalizzazione, però, la posizione di quest’ultima rimane invariata. Sia il deputato, Felice Žiža, sia il presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani, hanno ribadito che sarà chiesta nuovamente una provincia autonoma, che porti il nome di Istria e che inglobi soltanto i quattro comuni costieri, con il pieno rispetto della soggettività politica della componente italiana. In altre occasioni il presidente Lotrič aveva assicurato che la regionalizzazione avrebbe tenuto conto di questa particolarità, già contemplata nella precedente proposta di legge, poi non passata alla Camera di stato.
ODONIMI CONTESTATI- LA COMMISSIONE PER LE NAZIONALITA’ DI CAPODISTRIA INTERVIENE
Serve un azione politica per chiarire la questione delle tabelle con gli odonimi antichi capodistriani, esposte in città e ora contestate per i loro contenuti. Autorizzate dall’Ente per la tutela del patrimonio culturale, dopo accurati studi e verifiche, contengono denominazioni di vie e piazze in vigore agli inizi del secolo scorso, ancora sotto la giurisdizione austro-ungarica, quindi prima che le ideologie potessero dettare quale personaggio o evento celebrare. Si era optato per la cosiddetta »Lista Martissa«, dove i nomi di vie, piazze e calli erano riportate soltanto in italiano e questi erano entrati nella parlata quotidiana degli autoctoni. Quando sembrava che il progetto, di rilievo anche per la promozione turistica che non si è spinto sino alla sostituzioni degli odonimi in vigore, fosse decollato è arrivata la doccia fredda. Su segnalazione del Convento francescano in Sant’Anna, che aveva respinto il posizionamento di una nuova tabella con odonimi tipici sul suo muro di cinta, è stata aperta un’inchiesta dell’Ispettorato del Ministero per la cultura. Avendo rilevato il mancato rispetto della lingua slovena, è stato stabilito che entro maggio le scritte siano modificate in bilingui oppure rimosse. Il Comune di Capodistria si è detto contrario al provvedimento, ma rischia forti multe se non ubbidirà. Il termine ultimo è fissato in maggio e quindi vi è ancora un certo spazio di manovra. Serve, però, un azione politica- ha stabilito la Commissione per la nazionalità italiana di Capodistria, guidata da Alberto Scheriani, che si è riunita congiuntamente con quella per la toponomastica. Agli sforzi parteciperà anche il deputato, Felice Žiža, che si adopererà per colloqui diretti con la ministro della cultura, Asta Vrečko.
VISITA DEL DIRETTORE PETJE ALLA CAN COSTIERA
Agli inizi di gennaio il governo sloveno ha nominato il nuovo facente funzioni di direttore dell’Ufficio per le nazionalità. La scelta è caduta su Rok Petje. Può vantare un master in Economia e Scienze Aziendali nel campo della gestione strategica e dei progetti, ha una vasta esperienza nella pianificazione e implementazione di progetti a livello locale, regionale e internazionale. Negli anni precedenti ha contribuito attivamente allo sviluppo regionale del Pomurje. Recentemente ha lavorato ai piani di sviluppo della comunità rom, nell’ambito dell’agenzia di sviluppo regionale, dove è stato istituito un apposito ufficio che coordina gli interventi soprattutto nel Comune di Murska Sobota. In precedenza ha lavorato a Lendava, dove è stato direttore dell’Ente per il turismo e lo sviluppo e coordinatore di progetti nel Comune di Lendava. Durante questo periodo ha acquisito una visione approfondita della situazione e delle sfide affrontate dalla comunità nazionale ungherese. Ha realizzato numerosi progetti dei programmi transfrontalieri tra Slovenia e Ungheria. Tra i suoi primi impegni istituzionali vi è stata una visita alla CAN Costiera. Accompagnato da Stane Baluh e da Vesna Kalčič, Petje ha avuto modo di apprendere il funzionamento della CNI in Slovenia e di conoscere il personale della CAN Costiera. Il Presidente, Alberto Scheriani ha esposto le questioni prioritarie della CNI e ha ricordato la costante e proficua collaborazione tra l’Ufficio governativo e la CAN Costiera. Tra i vari punti discussi, il bilinguismo, la base economica, la ristrutturazione di Palazzo Tarsia e i fondi stanziati dai vari Ministeri e destinati alle attività della CNI.
OMISSIONI NELLE COMUNICAZIONI BILINGUI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nell’ambito delle modifiche alle norme sull’assicurazione sanitaria obbligatoria, il competente Istituto nazionale ha emesso in gennaio i nuovi decreti sugli obblighi e i diritti degli assicurati. Come noto viene cancellata l’assicurazione facoltativa e sostituita da una detrazione obbligatoria e automatica da salari e pensioni, pari a 35 euro. Nell’emettere i relativi decreti sono state nuovamente violate le norme sul bilinguismo. Come fatto presente pubblicamente da alcuni connazionali, al loro indirizzo è giunta soltanto una comunicazione in sloveno. Al caso si sono interessate le istituzioni della CNI. Come sottolineato dal presidente della CAN Costiera, Alberto Scheriani, si tratta di un evidente violazione della costituzione e delle norme vigenti. “Assieme al deputato Felice Žiža, si è intervenuti con una lettera di protesta all’Istituto, nazionale per la sanità, rilevando che si ripetono ciclicamente le omissioni delle norme sul bilinguismo ogniqualvolta vi siano novità amministrative. Con una missiva sarà informato anche il governo e si chiederà che si ponga rimedio a simili prassi. Tanto più che nei giorni scorsi altre negazioni del bilinguismo sono state registrate negli uffici delle imposte. Siamo intervenuti anche lì, ma torno a ripetere che queste cose non sono corrette, non sono conformi alle leggi e agli statuti comunali, ma soprattutto sono in palese contrasto con l’articolo 11 della Costituzione slovena, che indica le lingue slovena ed italiana come paritetiche nei territori nazionalmente misti« ha dichiarato ancora Scheriani.
BASE ECONOMICA CNI- DIBATTITO IN PARLAMENTO
La Commissione parlamentare per gli sloveni nel mondo ha esaminato le iniziative per favorire le attività economiche delle Comunità slovene nei Paesi contermini. Il dicastero per la coesione europea ha ricordato gli sforzi già profusi dal governo in questo campo, rilevando che sono in cantiere nuovi provvedimenti per gli anni futuri. Circa gli aiuti offerti per la base economica degli italiani e degli ungheresi che vivono in Slovenia è stato ribadito che nel prossimo quadriennio, che scatta nel 2025, i mezzi a disposizione della CNI saliranno dai 300 mila ai 500 mila euro annui. Serviranno per stimolare le attività imprenditoriali e pervenire ad uno sviluppo più armonico delle zone dove vivono le minoranze autoctone. Toccata anche la collaborazione bilaterale per creare una base economica delle etnie. Dopo l’accordo già firmato in proposito da Slovenia e Ungheria, che in ogni caso stenta a decollare, bisognerà pensare a un analogo strumento tra Slovenia e Italia. Il deputato della CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža, da qualche tempo impegnato in questo settore dei rapporti tra Roma e Lubiana, ha rilevato che sono in ballo diversi milioni di euro da destinare all’imprenditoria. Gli interventi sarebbero bilaterali, quindi richiederebbero ai due stati lo stanziamento della stessa somma. Inoltre andrebbe sancito che i finanziamenti dalle casse statali rimangono nei rispettivi territori nazionali- quelli italiani in Friuli Venezia Giulia per le istituzioni slovene e quelli sloveni nella fascia costiera, dove risiedono gli italiani.